Domenica, 25 Novembre 2012 00:40

Roghi tossici e tumori. Vittime e cerimonie religiose

Scritto da  Gerardo

Domenico Pizzuti ci invia il report su una manifestazione religiosa e civile, tenutasi la scorsa domenica 18 a Caivano, in ricordo delle vittime dei tumori per le esalazioni dei roghi tossici.





REPORT DALLA TERRA DEI FUOCHI. LA CHIESA IN CAMPO
di Domenico Pizzuti

Domenica 18 novembre ho accolto l’invito di don Patriciello a partecipare alla celebrazione della Messa per le numerose vittime locali dei tumori (circa 30 di ogni età) imputabili quasi certamente alle esalazioni dei roghi di materiali tossici importati illegalmente da imprese di altre regioni italiane con la complicità di gruppi della criminalità organizzata che ne traggono lucri non indifferenti a danno della salute degli abitanti. All’affollata celebrazione serale, faceva seguito un fiaccolata con i parenti delle vittime e la numerosa popolazione di Caivano e dintorni.

Abbiamo già fatto riferimento altri interventi alla nascita negli ultimi anni di numerosi Comitati locali (circa 40) di diversa estrazione per difendere la salute degli abitanti dall’inquinamento della terra e dall’avvelenamento dell’aria, causa quasi certa di tumori mortali. All’interno di questo movimento per una concatenazione di circostanze e di precedenti impegni è emersa pubblicamente la figura di questo sacerdote che aveva avvertito e denunciato gli attentati alla vita degli abitanti. Anche perché, mi sia consentito, come operatori religiosi “sappiamo leggere e scrivere” e quindi dar voce a problemi di vita e di morte della popolazione. Ritengo opportuno qualche riflessione su questo “evento” per alcune visibili dimensioni, anche se patentemente portava una caratterizzazione religiosa che aveva mobilitato insieme a gruppi e Comitati migliaia di persone sui problemi della difesa della salute dalle esalazioni dei roghi tossici in questa “Terra dei fuochi”

Una prima dimensione è certo quella quantitativa, per le centinaia di persone raccolte nella chiesa e fuori la chiesa in attesa dell’inizio della fiaccolata. Verso le 19.00 con un mare di fiaccole accese e dei parenti delle vittime con le loro foto, è partito il corteo silenzioso che raccoglieva certo migliaia di persone (I media hanno dato i “Numeri”, da 5000 partecipanti a 10000 se non 20000). Il capo del corteo dopo circa il percorso di un’ora per il viale del Parco Verde è giunto alla Villa comunale per la conclusione. Si trattava prevalentemente, insieme ad altri gruppi e movimenti che in questi anni avevamo maturato una coscienza ed azione su questi temi, del “popolo cattolico” che non facilmente si mobilita per cause civili.

In secondo luogo, non bisogna sottovalutare questa mobilitazione e partecipazione della popolazione, anche se sotto l’egida religiosa che pure ha il suo peso, in questa area meridionale per circa trenta anni devastata dal seppellimento dei rifiuti tossici in un silenzio quasi generale delle amministrazioni, istituzioni e strati di popolazione. Perciò alla fine della Messa ho riconosciuto a don Patriciello personalmente che insieme con altri gruppi e comitati aveva rotto questo silenzio, di fronte ad un gruppo di sindaci silenti con le fasce tricolori che partecipavano alla celebrazione religiosa alle mie spalle.

In terzo luogo, chiaramente l’ “evento” in chiesa ma non solo era impostato sulla difesa della vita di fronte alla morte, un tema facilmente giocabile anche in chiave religiosa e le foto delle vittime in grande formato erano esposte sull’altare o portate dai familiari. Di fronte al dolore dei familiari per queste perdite imputate a tumori crescenti in quell’area, si impone un rispettoso silenzio.

In quarto luogo, una riflessione corrispettiva s’impone sia sul piano religioso che civile. Sul primo
come trattare questi argomenti nell’ambito di una celebrazione religiosa senza battere oltre il dovuto sulle emozioni perché il messaggio cristiano di speranza abbia luogo; sul secondo per la stessa mobilitazione civile con quali argomenti far crescere la coscienza civile delle caratteristiche, dinamiche e fattori di questi delitti contro la Madre Terra e la vita degli umani. Cioè sui traffici nord-sud di questi rifiuti tossici che vede coinvolti diversi soggetti e non solo clan ed imprese industriali.

È necessario disporre di una “ratio” per esercitare la stessa responsabilità etica per contrastare questi fenomeni in spregio alla terra ed alla salute e vita degli abitanti. Soccorre il titolo di una nota e fondamentale Enciclica di Benedetto XVI: FIDES ET RATIO o se si vuole RATIO ET FIDES. Altrimenti cantiamo solo “De Profundis” o “Allelluja”.

Napoli, 20 novembre 2012

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